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IL MERCOSUR FESTEGGIA I SUOI PRIMI 25 ANNI:COSA E' MIGLIORATO, COSA VA MIGLIORATO
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Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay firmavano 25 anni fa il trattato di Asuncion, l'atto costitutivo del Mercosur: un vero baluardo della democrazia contro le dittature. Le sfide dell'ampliamento ad altri Paesi, del consolidamento delle istituzioni comuni e della creazione di accordi di libero scambio con altri Paesi o blocchi, a partire dall'Unione Europea. I benefici del Mercosur: come e perché la vita di imprese, cittadini e famiglie è migliorata. |
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di Fabio Moro, titolare di BSO Brasil
Caro lettore, Nello scorso marzo si sono celebrati i 25 anni della firma – da parte dei Presidenti di Uruguay, Brasile, Argentina e Paraguay – del Trattato di Asunciòn, che ha fondato il Mercosur. Tempo di bilanci, dunque, per questa unione doganale che ha avuto come modello proprio l'Unione Europea, che - al pari di quest'ultima - è nata per porre fine a una situazione di violenza e opporsi allo sviluppo di dittature. Così mentre l'allora Comunità Europea era nata per porre fine alle ostilità tra Germania e Francia, che avevano dato luogo a due guerre mondiali, il Mercosur è sorto nel 1991 sull’asse argentino-brasiliano e sulla volontà dei due Paesi di consolidare governi democratici dopo decenni di violenti regimi autoritari. Il Mercosur - inteso come area di libero scambio caratterizzata da un'unica tariffa comune, ma dal commercio in principio esente da dazi per i prodotti scambiati tra i Paesi membri - compie dunque mezzo secolo. Nel frattempo ai Membri iniziali si è aggiunto formalmente anche il Venezuela nel 2012 e in futuro si aggiungerà pure la Bolivia, che da tempo sta portando avanti i negoziati per aderire al Mercosur. Anche Colombia e Perù, oggi Paesi meramente Associati, probabilmente un giorno vi accederanno come Membri. In realtà non sono tutte rose e fiori: varie voci contrarie continuano a levarsi contro la continuazione del Mercosur. Ed effettivamente non mancano gli elementi di critica. Innanzitutto si osserva come il Mercosur rischia di ingessare la capacità dei singoli Paesi membri di concludere accordi commerciali con Paesi terzi, in ragione della necessità di negoziare in blocco (quindi dovendo ottenere il consenso di tutti i membri). La manifestazione più evidente di questa ingessatura - e che peraltro tocca da vicino le imprese italiane - è la circostanza che il Mercosur, dopo molti anni di trattative, non abbia ancora concluso un accordo con l’Unione Europea per un accordo di libero scambio e progressiva eliminazione delle barriere tariffarie. Ciò nonostante ultimamente si sono registrati notevoli progressi. Il Mercosur ha oggi infatti pronta un’offerta congiunta, in attesa che la U.E. presenti la sua proposta per dare inizio alle trattative. Questo progresso è stato possibile perché uno dei grandi ostacoli alla conclusione dell'accordo con il blocco europeo era rappresentato dalla posizione riluttante adottata da Cristina Kirchner, Presidente dell'Argentina. Ma da novembre del 2015 l'Argentina ha vissuto una svolta storica con l'elezione di un nuovo Presidente, il liberale ed "europeo" Mauricio Macri, che ha fin da subito chiarito la volontà di riprendere fermamente la strada del negoziato per la chiusura dell'accordo con la U.E. Molti lamentano poi che il Mercosur non abbia ancora avuto la forza di sviluppare istituzioni comuni forti. Ad esempio il Parlasur, il Parlamento comune del Mercosur, non funziona attualmente come un organo realmente democratico, non venendo eletto con suffragio popolare universale. Solo nel 2020 il Parlasur avrà eletti tutti i propri membri con libere elezioni, e inoltre ciò avverrà con sistemi elettorali diversi nei singoli paesi, esattamente come è accaduto ed accade nella Unione Europea. Bisogna dar atto che questi ritardi non giovano certo all'integrazione. Ma, al di là di questi aspetti, il Mercosur ha comunque portato benefici innegabili e molto consistenti. Esso ha innanzitutto prodotto benefici dal punto di vista economico-sociale e - si potrebbe dire - anche nella vita di tutti i giorni, di argentini, brasiliani, uruguaiani e paraguaiani. Di fatto 25 anni fa non erano molti gli impresari e i lavoratori brasiliani che ricevevano un beneficio economico dai Paesi vicini. Invece oggi, con un salto qualitativo e quantitativo del commercio del Brasile con quello degli altri Paesi membri (da 4,5 miliardi USD nel 1991 a oltre 30 miliardi USD nel 2015), il Mercosur è diventato il maggior mercato di esportazione per il Brasile di diversi beni industriali di alto valore aggiunto, assumendo enorme rilevanza per molti settori dell’industria brasiliana, a partire dall’automotive. Maggior valore aggiunto significa stipendi più alti per i lavoratori e maggior fatturato per le imprese. Si stima che il salario medio in alcuni settori che forniscono i mercati del Mercosur arrivi ad essere cinque volte maggiore rispetto a settori come quello degli esportatori di materie prime, i cui principali destini sono invece l’Europa e l’Asia. Il Mercour ha contribuito poi ad elevare gli stipendi del lavoratore brasiliano e a migliorarne la posizione in generale. 25 anni fa il tempo impiegato da un brasiliano che avesse lavorato in un Paese vicino non sarebbe stato conteggiato agli effetti della maturazione della pensione in Brasile. Oggi sì. Un brasiliano che avesse voluto fare tursimo in un Paese del Mercosur avrebbe dovuto esibire un passaporto per viaggiare. Oggi è sufficiente la carta d’identità. L’insieme degli accordi relativi a residenza, lavoro, sicurezza sociale, integrazione educativa e turismo del blocco ha facilitato la vita quotidiana di molti brasiliani e ha gettato le basi per l’integrazione economica e per lo sviluppo di una cittadinanza comune nell’area. Ma soprattutto ha contribuito a instaurare il presupposto di tutte le conquiste: la democrazia. Il Mercosur è nato, in gran parte, del desiderio di superare una volta per tutte l’autoritarismo, così tipico in America Latina, diventando uno strumento di preservazione o perfezionamento della democrazie. Un esempio concreto? Grazie al Mercosur è stato stroncato nel maggio del 2000 un golpe militare in Paraguay: gli altri tre paesi membri del Mecosur (Argentina, Brasile e Uruguay) emisero un duro comunicato politico, che minacciava l’espulsione del Paraguay dalla comunità politica e il non riconoscimento del nuovo governo, appellandosi al principio contenuto nel Trattato comune di Asuncion della difesa e del consolidamento delle istituzioni democratiche. Ciò non toglie che vi siano sfide enormi all'orizzonte, a partire dall'ampliamento ad altri blocchi o regioni, come - oltre alla già citata Unione Europea - all'India, al Canada e all'Alleanza del Pacifico (composta da Cile, Colombia, Perù e Messico), che implicheranno il coinvolgimento di tutti i settori del governo e della società civile.
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