LA FERROVIA BIOCEANICA: OSSIA DEL PERCHE' I CINESI PENSANO DIVERSO DAGLI ITALIANI
 
 
 
 

In ragione di una collaborazione di ampio respiro, Cina e Brasile hanno firmato nel 2015 ben 35 accordi di investimento e commercio estero.
Per le dimensioni faraoniche spicca quello relativo relativo alla costruzione della ferrovia bioceanica che collegherà l'Atlantico al Pacifico, e che potrebbe essere finanziata e realizzata integralmente dai cinesi.

Ecco perchè i cinesi vedono il Brasile con occhi differenti dagli italiani.

 
 

 
 
di Fabio Moro, titolare di BSO Brasil

Caro lettore,

uno dei motori per dare nuovo impulso all’economia brasiliana può venire dall’Oriente. Più precisamente dalla Cina.

Dall’anno scorso un gruppo interministeriale brasiliano muove importanti passi di avvicinamento tra Brasile e Cina. Questi due colossi nel maggio del 2015 hanno infatti creato un fondo di 50 miliardi di dollari, in occasione della stipula di ben 35 accordi di investimento e commercio estero, per un totale di 53 miliardi di dollari. 

Questi accordi miliardari riguardano progetti nei settori dell’infrastruttura, delle telecomunicazioni, della logistica, dell'industria mineraria ed energetica, nonché dell’agricoltura.

Tra gli accordi spicca per dimensioni faraoniche quello relativo alla costruzione della c.d. ferrovia bioceanica, che – se si dimostrasse fattibile – renderebbe effettivo il modello ferroviario brasiliano, attraversando da Est a Ovest il continente sudamericano e funzionando come una spina dorsale complementare alla Ferrovia Nord-Sud.

Altrimenti detto: la bioceanica è un progetto ferroviario di proporzioni enormi, visto che collegherebbe appunto due oceani, l'Atlantico al Pacifico, coinvolgendo i territori di Brasile e Perù.

I progetti basici dei tratti brasiliani della ferrovia, così come il tipo di partnership che verrà stabilita, saranno presentati dal governo brasiliano tra qualche mese, e potrebbero essere appaltati già nel secondo semestre del 2016.

La Cina vede una grande opportunità in questo progetto, essendo la filosofia di fondo quella di supportare il Brasile nel suo sviluppo logistico e infrastrutturale, al fine di rendere le esportazioni più efficienti e meno costose di quanto lo siano oggi. Il maggior consumatore di prodotti brasiliani è infatti proprio la Cina, che dunque ha un grande interesse a ridurne i costi.

Sul lato brasiliano (cioè senza contare quello peruviano), la Bioceanica presenterebbe  un tracciato di circa 4.000 chilometri. E velocemente connetterebbe Campinorte e Lucas do Rio Verde, zona di forte espansione agricola e vero e proprio granaio per i consumatori di tutto il mondo, specialmente quelli cinesi.

Sul lato cinese, vi è un certo ottimismo, motivato dal potenziale annuale stimato in 50 milioni di tonnellate di carico.

I cinesi scommettono che in breve il Brasile evolverà verso una visione sistemica delle ferrovie. Invece di tratti isolati, avrà luogo una pianificazione strategica che affronterà il settore come un sistema interconnesso.

Nonostante sul lato brasiliano non vi sia continuità, sul lato cinese si continua ad avanzare. Le imprese cinesi che si sono installate in Brasile continuano a lavorare. E all’ambasciata cinese si pensa che il progetto potrà essere reso fattibile mediante un nuovo modello di business, ossia una concessione che verrebbe totalmente presa in carico dal lato cinese.

Ancora: sul lato cinese, la visione preponderante è che il mero finanziamento è una forma superata di partnership. Gli investimenti devono essere pensati strategicamente. Nel modello proposto, le stesse imprese cinesi accetterebbero di finanziare tutto l’investimento.

Come dire: la Cina non vuole solo mettere i soldi per realizzare l'opera, vuole essa stessa realizzarla in autonomia, con le proprie forze, si potrebbe dire "con le proprie ruspe".

Certo gli sono ostacoli non mancano, specialmente quelli di natura burocratica. Esempio ne é la volontà brasiliana di mantenere un rigido controllo: il Tribunale dei Conti (una sorta di Corte dei Conti brasiliana) vuole controllare l’investimento cinese, benchè quest'ultimo venga finanziato dalle stesse imprese cinesi.

Questa attitudine caparbia cinese porta a riflettere su un aspetto interessante. I cinesi hanno una visione diversa del tempo rispetto agli italiani: i primi guardano il lungo periodo, a differenza degli italiani più portati a pensare al momento contingente.

Così gli italiani vedono con diffidenza l'attuale situazione brasiliana, a differenza dei cinesi che invece la considerano una mera fase transitoria all'interno di un'evoluzione ben più ampia che porterà solo benefici nel medio-lungo termine.