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Il Brasile ammette l'importazione di beni usati ma a condizione che vengano osservati rigidi criteri. La legislazione brasiliana contempla ragioni di tutela dell'ordine pubblico oltre che di protezione dei produttori locali. Il ruolo della Segreteria ministeriale del Commercio Estero. |
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di Fabio Moro*
Caro lettore,
in quasi tutto il mondo l’importazione di materiali usati e "ri-manufatturati" é soggetta a norme interne restrittive in ragione - ad esempio - di motivi di salute pubblica, tutela ambientale o trattamento di residui industriali ma anche al fine di immettere nel Paese beni tecnologicamente obsoleti. In linea di massima c’è un trattamento più restrittivo alle importazioni di beni di capitali, in primis attrezzature e macchinari usati. In Brasile non si possono importare beni di consumo usati, eccetto che nei casi di donazione a istitituzioni statali ed enti aventi carattere di beneficienza, educativo, scientifico o tecnologico. Al proposito è la Segreteria del Commercio Estero (Secex) del Ministero dello Svluppo Industria e Commercio Estero (MDIC) l’organo competente a disciplinare, in ambito amministrativo, i processi di importazione ed esportazione realizzati in Brasile. Per regola generale, ogni importzione di merci usate è soggetta all’autorizzazione c.d. "non-automatica", prima dell’imbarco dei beni all’estero. In altri termini è necessario l’assenso dell'organo competente prima di procedere all’acquisto e affinchè questo sia efficace. Le importazioni di beni usati sono regolamentate dalla “Portaria” Secex n° 235 del 7 dicembre 2006. Si tratta di un provvedimento che almeno a grandi linee è in sintonia con le obbligazioni internazionali assunte dal Brasile presso gli organismi multilaterali del commercio e più in generale con gli accordi internazionali dei quali il Brasile è firmatario. In tal modo vi è un'autorizzazione eccezionale per l’importazione di vari prodotti usati - classificati prevalentemente come macchine, attrezzature, apparecchi, strumenti, stampi e containers per l’utilizzazione di unità di carico - che è concessa a condizione che siano osservati rigidi criteri. La rigidità di tali criteri è evidente al punto che essi devono essere criteriosamente ossrvati anche nei casi in cui la legislazione consente l’importazione di macchine, apparecchi e strumenti destinati alla ricostruzione del Paese (quindi per finalità socialmente utili), da parte di imprese che soddisfino norme tecniche di livello internazionale. Ciò per arginare i vari tentativi di frode in questo settore che si riscontravano nn di rado nella pratica. Il principale criterio consiste nella prova - a carico dell'importatore - che i beni importati non siano prodotti nel Paese o che non possano essere sostituiti da altri beni fabbricati nel territorio nazionale. La legislazione brasiliana permette anche l’importazione di parti, pezzi e accessori ristrutturati, per la manutenzione di macchine e attrezzature, sempre che il processo di ristrutturazione sia stato effettuato dallo stesso fabbricante o da impresa da quest’ultimo accreditata. I beni usati importati devono inoltre contenere la stessa garanzia del prodotto nuovo. Compete infine all’interessato all’importazione dei beni usati produrre le relazioni peritali tecniche di abilitazione, così come gli attestati di inesistenza di produzione nazionale che assicurino l’autorizzazione di tali importazioni. Le relazioni pertiali devono contenere una serie di informazioni che dimostrino la vita utile di quel bene usato e la necessità della sua importazione. La mancanza di questa prova porterà inevitabilmente al rifiuto della richiesta di approvazione.
* Contatta Fabio Moro, titolare di BSO BRASIL |